Review: Once Upon A Time 2×14 – “Manhattan”

Non vedevo l’ora che arrivasse questo episodio perchè sapevo che sarebbe ritornato Michael Raymond-James ma sapete cosa? Non è che mi sia piaciuto da impazzire. Bah, forse sono davvero io che non riesco più ad apprezzare gli episodi veramente importanti, comunque mi riferisco strettamente alla parte Manhattan e un pò a quella di Storybrooke, i flashback invece li ho trovati molto esaurienti dal punto di vista della storia personale di Rumplestiltskin che mi sembra ormai completa, se no che altro manca? L’incontro con la moglie? Sinceramente ne farei volentieri a meno visto che è uno di quei personaggi che non vorrei mai più rivedere. Ma andiamo con la recensione vera e propria.

L’episodio si svolge su tre piani narrativi come accennato sopra, c’è la parte Manhattan (come il titolo) che tratta della conclusione della ricerca di Baelfire, la parte Storybrooke con il trio vendetta e il solito giro di flashback sulla vita di Rumplestiltskin. Partendo da quest’ultima parte scopriamo qualcosa di del tutto inaspettato su Rumplestiltskin ossia che ai tempi del reclutamento era stato ben felice di partire in guerra così da poter dimostrare a tutti che non era un codardo come il padre (e c’è da chiedersi chi fosse il padre, addio alla speranza che questo fosse il suo ultimo flashback..). Arrivato al fronte però Rumple parlò con una veggente tenuta prigioniera che gli predisse una morte certa se avesse partecipato alla battaglia in campo il giorno dopo ma soprattutto gli comunicò che la moglie era incinta e che sarebbe stato inevitabile per lui non fare da padre al bambino. Il funesto presagio portò Rumple a prendere la più sofferta delle decisioni, quella di ferirsi da solo pur di essere rimandato a casa a crescere il figlio, un sacrificio che lo etichettò come codardo del villaggio e che avrebbe di lì a pochi anni allontanato la moglie Milah. Io come ho detto non ho una simpatia per questa signora che prima della guerra era innamorata e desiderosa di fare una famiglia ma dopo che suo marito torna e le spiega perchè ha fatto quello che ha fatto non lo comprende minimamente e cede al peso dell’umiliazione popolare. Ma se ti trovavi così male potevi trasferirti con la famiglia da un’altra parte, no? L’amore per il marito non doveva essere stato poi così grande se lei l’ha mollato per il primo pirata figo che è passato dalla locanda…

Ma andiamo a Manhattan dove un bell’inseguimento in stile guardie e ladri porta Emma alla sconvolgente scoperta di ciò che noi avevamo già capito: Baelfire non è altri che Neal Cassidy, l’uomo che undici anni prima l’aveva sedotta e abbandonata, facendola finire in prigione e pure incinta. Segue la comprensibile rabbia di Emma e lo spiegone di Neal che ci rivela finalmente cosa c’era nella scatola che August gli aveva mostrato per convincerlo a credergli, nient’altro che la sua macchina da scrivere con un foglio con scritto “So che sei Baelfire”. Altra urlata di Emma che lo accusa di averla lasciata solo perchè gli e l’ha detto Pinocchio (e detta così ha pure ragione..). Inizialmente la donna è intenzionata a lasciare lì Neal perché è il padre di Henry e lui è lì a Manhattan e visto che gli aveva raccontato che il padre era morto non vuole che si incontrino. Sono provvidenziali le parole di Snowwhite giunta telefonicamente in aiuto della figlia che intuisce che in realtà quella bugia non fosse stata detta per proteggere Henry ma più che altro per proteggere Emma stessa. La collisione non può essere evitata però e alla fine tutti e quattro i personaggi si ritrovano nell’appartamento di Neal dove quest’ultimo rivede il padre e conosce con sbalordimento il piccolo Henry. La reazione del bambino è molto dura e arriva addirittura ad accusare Emma di essere come Regina, ossia una bugiarda. Intanto Neal concede tre minuti a Rumplestiltskin giusto perché sa che fa parte dell’accordo che ha stipulato con Emma che i due si parlino ma non finisce comunque in una riconciliazione; Neal/Bae nutre un forte risentimento per il padre poichè tanti anni prima questi lo aveva lasciato andare da solo in un altro mondo piuttosto che perdere il suo potere, di conseguenza ora sarà Bae ad abbandonare lui. La veggente aveva avuto ragione sin dall’inizio, Rumplestiltskin non sarebbe mai riuscito a crescere Bae, non importa cosa avesse fatto; lei non gli aveva mai detto che farsi del male avrebbe sistemato le cose, bensì che sarebbe stato inevitabile perdere il figlio. Quando però Rumple rivide la veggente, molti anni dopo e divenuto ormai Signore Oscuro, lei gli predisse che sarebbe riuscito a riunirsi con lui grazie a un ragazzino che al contempo l’avrebbe portato alla rovina. Oops, quel ragazzino è Henry alias suo nipote. Quindi non lo ucciderà…giusto?. Nel frattempo a Storybrooke una Cora appena uscita dal parrucchiere e fresca di shopping cospira con Hook (che invece insiste con gli abiti da pirata) e Regina per trovare il pugnale di Rumple mentre è fuori città così da riuscire a renderlo loro schiavo. Come fare? Attraverso quella povera disgraziata di Belle che teneva comodamente un foglietto con un codice nella borsetta. Un pò troppo facile, o no? Mi sembra sempre un altro patetico tentativo di inserire Emilie de Ravin, a questo punto mi trovo quasi a sperare che la lascino a riposo per un pò di episodi se non sanno che farle fare, è così brava che così è uno spreco. Vabè, il codice porta a una mappa nascosta nella bliblioteca e la settimana prossima sicuramente ci sarà una bella caccia al tesoro per trovare dove hanno nascosto il pugnale. C’è spazio anche per la fastidiosa presenza dell’outsider, impegnato a girare un video di Regina che fa volare gli oggetti dalla borsa di Belle e che lo manda tempestivamente alla misteriosa “lei”. Che qualcuno lo ammazzi.

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